“Io, Ota, riviera di Hiroshima” di Jean-Paul Alègre oggi e domani al Teatro del Navile Bologna

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Oggi venerdì 15 e domani sabato 16 novembre, alle ore 21, il Teatro del Navile presenta “Io, Ota, riviera di Hiroshima” di Jean-Paul Alègre. Una regia di Nino Campisi.
Con Camilla Cordelli, Fabio Garau, Fabio Menis Ana Bisbal, Cristian Cuzzola, Alessandro Gibertoni, Luigi Daniel Florian, Noella Bardolesi, Federico Staiano.
Nino Campisi porta in scena “Io, Ota, riviera d’Hiroshima” di Jean-Paul Alègre e rinnova il sodalizio artistico ormai decennale con l’autore francese tra i più rappresentati in Francia e nel mondo.
“In questa periodo storico dell’umanità in cui la spirale bellica che insanguina il mondo procede inesorabilmente e ci pone di fronte a una possibile escalation nucleare, – scrive Nino Campisi – è più che mai necessario riflettere sui tragici eventi storici che portarono gli Stati Uniti d’America a sganciare la prima bomba atomica sulla città di Hiroshima, affinché l’orrore perpetrato da “un pugno di uomini” contro un’intera città inerme non abbia più a ripetersi.”
“Moi, Ota, rivière d’Hiroshima”, che ha come sottotitolo “La mattina in cui scese la notte”, pubblicata nel 2015 in francese su “L’Avant-scene”, e in giapponese sulla rivista Théâtro con una traduzione di Masako Okada, ha debuttato in prima mondiale 23 aprile 2015 al Kai Theatre di Tokyo.
La pièce è divisa in 32 scene che si susseguono con un ritmo incalzante.
L’autore dà voce al fiume Ōta-gawa che, attraversando la città di Hiroshima, racconta gli eventi storici che portarono alla costruzione e allo sganciamento della prima bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto del 1945.
Dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor, la guerra imperversa nell’Oceano Pacifico. Tra il 1943 e il 1944, gli Stati Uniti d’America combattono per riconquistare le isole e gli arcipelaghi conquistati dal Giappone dal 1941 al 1942. Ogni isola è teatro di feroci combattimenti, con migliaia di morti e feriti. Le forze americane si avvicinano al Giappone.
Dal 1942, con il “Progetto Manhattan”, gli americani hanno lanciato un ampio programma di ricerca per creare una nuova bomba che abbia la capacità di distruggere un’intera città.
A Washington le discussioni sono in corso: una bomba del genere si potrebbe sganciare sul Giappone? Sarebbe un’azione bellica moralmente difendibile? A livello militare porrebbe fine alla guerra con la capitolazione del Giappone.
La giovane Akimitsu, una ragazza orfana residente a Hiroshima, scrive al fratello minore Yoshi, che vive a Tokyo dove lavora come calzolaio, invitandolo a lasciare la capitale per trasferirsi da lei.
A causa dei bombardamenti degli americani sulla capitale, la vita in quella città è diventata impossibile e così Yoshi decide di trasferirsi a Hiroshima per andare a vivere da sua sorella presso gli zii.
Il 6 agosto 1945, alle ore 8,15, i due giovani stanno per incontrarsi sul Ponte Aioi del fiume Ota, bersaglio strategico degli americani, quando la bomba atomica esplode. Saranno polverizzati all’istante.

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