di Ilaria Solazzo –
Il Circo Rolando Orfei fa tappa nuovamente nel meridione d’Italia e in particolare a Brindisi. L’appuntamento ha preso il via il 12 ottobre e rimarrà in città fino al 22 ottobre 2023 presso il piazzale del Centro Commerciale “Le Colonne”. Gli spettacoli sono tutti i giorni alle 17.30 e alle 21.00. La domenica gli orari sono differenti ovvero 16.00 e 18.30, mentre il martedì è giornata di fermo per tutto il cast.
Tradizione e novità sono da sempre gli ingredienti dello spettacolo offerto dal Circo Rolando Orfei che in due ore circa propone clown, trapezisti, equilibristi e artisti straordinari in differenti discipline.
Questo show di una delle istituzioni più storiche nel mondo dell’intrattenimento circense, continua a catturare il cuore e l’immaginazione di spettatori di tutte le età, ovunque nel mondo. Promuovere l’arte e la cultura circense attraverso la conoscenza e la consapevolezza dello spettacolo che si dà, avvicinando il pubblico e le comunità locali a scoprire il carattere unico del circo, sono gli obiettivi alla base della famiglia Rolando Orfei.
“Abbiamo – dice Jonas Coda Prin, animatore dell’intero progetto – la donna laser, uno spettacolo tecnologico che viene dagli Stati Uniti; uniamo così le novità del presente alle esibizioni della tradizione circense”.
Nell’intervallo è prevista la possibilità per alcuni membri del pubblico di visitare lo zoo con gli animali: zebre, leoni, capre, cavalli, pony e un esemplare di canguro albino unico in Europa.
“Siamo davvero contenti di essere tornati a Brindisi dopo circa 10 anni. Questa è una città che ama il Circo e che negli anni passati ha dato grandi soddisfazioni a questo nostro show”, parole espresse pubblicamente dalla famiglia dello spettacolo Rolando Orfei. Certo, non mancano le polemiche, spesso aizzate ad arte da chi non sa di cosa stia parlando e che riguardano gli animali: “Tutti quelli presenti sono nati qui al circo, nessuno è stato prelevato dal suo habitat naturale e vogliamo precisare che gli animali che si vedranno nello spettacolo come alcuni cavalli, lama, pony e cammelli, si limitano a sfilare, senza esibirsi in alcun esercizio. Il circo è provvisto di un veterinario molto professionale che segue gli animali in caso di necessità”. Puntualizzazione precisa e necessaria.
Il circo è uno degli spettacoli più antichi che ci sia al mondo e forse l’unico che riunisce generazioni intere sotto lo stesso enorme tendone.
Si tratta di un’immensa bottega d’arte, e le persone e gli artisti che ci lavorano dentro sono degli autentici artigiani. Il circo incarna quella opportunità che un po’ tutti noi abbiamo avuto quando da bambini giocavamo per strada con i coetanei, sperimentando le nostre abilità e la capacità di relazione con l’altro. Siamo noi adulti a dover aiutare i nostri figli a non percepire il limite, a spostare l’attenzione e a focalizzarsi e valorizzare quello in cui ci si sente forti e competenti. Nella pratica delle arti circensi questa è una sfumatura tutt’altro che secondaria.
“Il circo costituisce la più antica e allo stesso tempo più attuale comunità interreligiosa, multietnica e interlinguistica della Terra – aveva spiegato ai media Antonio Buccioni, presidente dell’Ente Nazionale Circhi. Anche uno show piccolo, tra attrezzisti, artisti e personale amministrativo, concreta una sintesi dell’umanità. Da sempre. In un mondo così lacerato e così contrapposto, nel nostro microcosmo si crea una naturale sintesi e una reciproca comprensione”.
Quella del circo è arte antica, incompresa a volte, ma magica e ricca di valori. Oltre ad avere sempre avuto una dignità artistica solida, nel corso dei secoli ha sempre cercato di aggiornarsi – con vivacità sapiente e affascinante- al passar del tempo: la sua immediatezza e fisicità ne ha fatto il crocevia ideale tra le arti in tanti momenti della storia, subendo metamorfosi inattese quanto regolari e complesse mutazioni della sua forma. Oggi è fonte di gioia, allegria, spensieratezza e anche, seppur difficile a credersi, di valori vicini a quelli della Cristianità, se intesa come altruismo ed accoglienza verso il prossimo. Progressivamente anche la giusta causa sulla tutela degli animali ha assunto un reale valore, non solo etico e sociale, ma umano; uno dei circhi più famosi d’Italia, seguito da tantissimi altri, ha sensibilmente ridotto il coinvolgimento degli animali all’interno dei numeri, dando spazio ad altre forme di talento. Al contempo, i circensi stessi sono sostenitori della tutela degli animali e non mancano di evidenziare che questi sono i loro partner gli amici, parte integrante delle loro famiglie.
Il benessere degli animali rappresenta quindi la salute stessa del progetto. Il circo che da una parte può essere chiamato ‘popolare’ (il pubblico della grande tenda, della piazza, di strada), dall’altra è invece misterioso nella sua magia, riservato a un’élite e troppo spesso emarginato, per mera ignoranza, dalla società tradizionale.
Lo scrittore Fabrizio Caramagna ha affermato: “La gente del circo appartiene ai cilindri ed ai trapezi, alle scatole e ai cerchi di fuoco, non cammina su linee rette e terreni solidi come noi”. E poi ancora: “il circo con i suoi trapezisti, saltimbanchi e acrobati è la tensione tra ciò che vorrebbe stare sempre in aria e la sua necessità di ricadere a terra”.
Il circo è molto antico, nasce dall’arte dei saltimbanchi e degli acrobati, uomini che contorcendo il proprio corpo e forzandolo a fare cose per il quale non è nato, superavano e trascendevano i loro limiti fisici. Poi, nei secoli, ci sono state mille evoluzioni e trasformazioni, fino alla nascita della realtà che conosciamo ora, che inizia a prendere forma alla fine del ‘700 in Inghilterra. E che fa parte un poco della vita di tutti. Ricordo ancora queste parole, della indimenticabile Moira Orfei, ascoltate tramite la radio: “Non potrei vivere senza circo! È un gran zibaldone in cui invecchi senza accorgertene”.