È in aumento l’abuso di alcol tra gli adolescenti, spesso i servizi pubblici non riescono più ad intercettare il fenomeno delle dipendenze che è sempre più dilagante. “Preoccupa grandemente l’abuso di alcol tra i minorenni e nella fascia 18-24 anni. È crescente l’abitudine di un consumo in luoghi appartati, lontano dagli adulti, in gruppo o in solitudine”, afferma la psichiatra e psicoanalista Adelia Lucattini, Membro della Società Psicoanalitica Italiana.
Un aspetto, che secondo la psicoanalista nasconde altri malesseri.
“Dietro l’abuso di alcol si nascondono angoscia e depressione”, prosegue Adelia Lucattini, “Tra i giovani a elevare il rischio è il fenomeno del poli-abuso cioè l’assunzione di alcol e altre sostanze stupefacenti contemporaneamente. Impressionanti i dati sugli incidenti stradali collegati alla guida sotto l’effetto dell’alcol, che mostrano un lento, ma progressivo aumento. In Europa, gli incidenti stradali sono la prima causa di morte nella fascia d’età 15-29 anni, il 35% del totale, il 25% tra i ragazzi e il 10% tra le ragazze”.
Dopo il tabacco, il cui uso inizia in gioventù, l’alcol è il secondo responsabile di malattia e di morte prematura in Europa (lo scorso anno l’alcol ha causato nel mondo 3,3 milioni di morti). L’alcol provoca danni diretti a molti organi, soprattutto fegato e sistema nervoso centrale. Si osservano anche nei ragazzi, sempre più epatiti e pancreatiti alcoliche acute, epilessia alcolica e danni celebrali importanti da uso massiccio di superalcolici.
Inoltre, “col passare degli anni, aumenta il rischio di patologie quali disturbi della memoria, disorientamento spazio-temporale, disfunzioni della sfera sessuale, miocardite, cirrosi epatica, tumori e anche demenza”.
Rispetto al consumo di droga, alcol, fumo e guida pericolosa, un giovane su quattro tra i 16 e i 30 anni ha stili di vita rischiosi per la propria salute. “Sebbene la salute”, prosegue Adelia Lucattini, “sia per tutti i giovani un valore importante idealmente, la gran parte degli adolescenti non ha consapevolezza delle conseguenze di abitudini di vita malsani”. Evidenzia ancora Adelia Lucattini, “Spesso si tratta di giovani depressi, oppressi da una sensazione di vuoto, angosciati che si espongono a rischi anche gravi nel tentativo di esorcizzare e sfidare la morte ma che, invece, possono causare la propria morte e quando guidano in stato d’ebrezza, purtroppo, anche quella dei propri amici. Per questo, è necessario curare i disturbi depressivi, aiutare i giovani a capire la gravità dei comportamenti a rischio e stare vicino ai genitori in modo da aiutarli a intercettare per tempo il malessere dei propri figli. In tal senso, la psicoanalisi può essere di grande aiuto”.