di Marialuisa Roscino
L’arteterapia è una disciplina che utilizza il linguaggio artistico come mezzo per favorire l’espressione emotiva, la comunicazione non verbale e la crescita intellettuale e personale. Negli ultimi anni, si è dimostrata particolarmente efficace nell’affrontare i Bisogni Educativi Speciali (BES) e come strumento complementare nei DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), offrendo a bambini e ragazzi strumenti alternativi e integrativi per esprimere se stessi e superare con fiducia le difficoltà. Ne parliamo, in questa intervista, con Adelia Lucattini, Psichiatra e Psicoanalista, Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana
Dottoressa Lucattini, può spiegare perché l’arteterapia è utile per i bambini e gli adolescenti con BES? Quali sono i principali benefici?
L’arteterapia è una disciplina terapeutica e riabilitativa, che utilizza una forma o più forme d’arte (arti visive, disegno, pittura, scultura, musica, danza, teatro, ecc.) con lo scopo di favorire l’espressione di emozioni, pensieri, desideri e farne esperienza. Non è richiesta alcuna abilità artistica particolare, perché il suo scopo è favorire il processo di esplorazione della realtà, sia come mezzo di cura, che per la crescita personale. I benefici dell’arteterapia possono essere profondi e spesso operano a livello inconscio. Riguardano anche lo sviluppo della coordinazione motoria, nello specifico quella neuro-oculo-motoria spesso implicata nei Disturbi specifici dell’apprendimento.
In che modo, l’arteterapia può aiutare a migliorare, la percezione visiva e spaziale, e a sviluppare nuove strategie di apprendimento?
Migliorando la motricità fine che passa attraverso la destrezza delle dita e delle mani, fondamentali per scrivere, tagliare o manipolare oggetti piccoli. Queste attività richiedono sincronia tra ciò che la mente immagina e desidera realizzare (la rappresentazione nella mente degli oggetti) e tra quello che gli occhi percepiscono (non semplicemente che vedono, ma che osservano e memorizzano) e infine con ciò che si realizza utilizzando dita e mani. È un unico processo che vede coinvolti insieme la mente come pensiero e creatività, la vista, il tatto, l’olfatto (i materiali hanno un loro odore o profumo) e la mobilità delle dita. L’arteterapia promuove questa sincronicità, agendo dal centro alla periferia, cioè dal cervello ai polpastrelli delle dita e viceversa. Infatti, lo stesso movimento delle mani e la loro stimolazione attraverso i materiali (creta, matite, gessetti, strumento musicale, etc.) agisce sulla mente, intesa come psiche, e a livello neuronale. L’arte attiva sempre un circolo virtuoso.
Permette di superare le difficoltà emotive e rafforzare l’autostima nei bambini e negli adolescenti con BES?
Certamente. L’arteterapia aiuta a gestire e dare un significato alle emozioni negative come rabbia, paura o tristezza, inoltre, rilassa, e canalizzando le emozioni in un’attività guidata dal pensiero, riduce l’ansia. Anche creare qualcosa “con le proprie mani” ha un effetto gratificante e stupisce positivamente. Col tempo, promuove la fiducia in se stessi e l’autostima. È il ripetersi delle attività che consolida un sentimento positivo di se stessi. L’arteterapia richiede continuità e costanza, tempo e dedizione, non può essere mai una tantum. Un ruolo particolare va attribuito alla recitazione, poiché permette le espressioni delle proprie emozioni, confrontandosi con un gruppo e con un insegnante. Di particolare efficacia è il mimo, in cui è possibile esprimere i propri pensieri e gli affetti, attraverso il movimento del corpo, i gesti e la mimica del volto, senza utilizzare la parola.
Ci sono studi scientifici che supportano, in particolare, l’efficacia dell’arteterapia per i bambini e i ragazzi con BES e disturbi dell’umore, come l’ansia e la depressione?
Una ricerca del 2021 pubblicata sul Irish Journal of medica Science, la Rivista ufficiale della Royal Academy of Medicine irlandese, che ha coinvolto i partecipanti a 17 studi con un’età compresa tra 2 e 17 anni, hanno riportato effetti positivi dell’arteterapia su bambini e adolescenti con disturbi diversi, dall’ansia alla depressione, alla dislessia. Interessante notare che l’arteterapia è risultata efficace, sia come terapia individuale, che di gruppo, poiché di fatto, ognuno pensa e crea personalmente, si cimenta in prima persona, è artefice e protagonista, anche se l’insegnante o l’educatore si occupano di un piccolo gruppo. Lo studio mette in evidenza che ci sono prove considerevoli dell’efficacia della psicoterapia in generale nell’aiuto dei bambini e ragazzi con difficoltà specifiche.
Certamente, la terapia psicoanalitica e in particolare la psicoanalisi hanno degli strumenti più articolati e completi, che comprendono oltre alla terapia individuale per bambini e adolescenti, anche il coinvolgimento dei genitori e della scuola.
Nei bambini e adolescenti con BES (Bisogni Educativi Speciali) e con DSA (Disturbi dell’Apprendimento Specifici), oltre agli strumenti dispensativi e compensativi utilizzati nelle scuole, è utile ricorrere anche ad alcuni strumenti terapeutici proprio come l’arteterapia a scuola?
Poter introdurre l’arteterapia a scuola, offrirebbe dei grandi benefici a tutti gli studenti, bambini e adolescenti, inoltre, sarebbe di aiuto e supporto anche per i docenti, poiché migliorerebbe il clima scolastico in generale. Infatti, l’arteterapia nel contesto educativo, come già accade in alcune scuole, aiuta nella gestione delle emozioni, riduce lo stress, promuove la cooperazione tra studenti attraverso progetti che coinvolgano l’intera classe o più classi, basta pensare ad un coro o ad un’orchestra o alla recitazione. Da non sottovalutare, come dimostrano numerosi studi spesso citati, che l’arte e l’arteterapia facilitano i processi di apprendimento di tutte le materie scolastiche.
Un altro aspetto importante è che essendo attività svolte in gruppo, si allontana ogni rischio di stigmatizzazione degli studenti con BES e con DSA.
Perché ritiene sia importante che l’arteterapia sia praticata anche nell’età adolescenziale? E che ci sia un proseguimento delle attività artistiche intraprese da bambini?
Tutta l’età evolutiva che va dalla nascita ai 22 anni, è un continuum. Natura non facit saltus (ogni cosa in natura avviene secondo fasi di sviluppo e gradualmente). Le trasformazioni e lo sviluppo prevedono e includono la permanenza degli elementi evolutivi, delle esperienze e delle fasi di maturazione, precedenti. Nel corso della crescita psicofisica, mentale ed emotiva non si perde nulla, ogni esperienza e conoscenza resta dentro di noi stessi, come patrimonio personale, capacità e ricchezza creativa. Chi siamo oggi dipende sempre anche da chi siamo stati, l’unità dell’individuo non è intaccata dal passare del tempo. Questa capacità della mente di conservare le tracce del passato, la si vede bene quando ci sono traumi e arresti dell’accrescimento psichico, in quel caso è richiesto un intervento specialistico e psicoanalitico, possibilmente integrato con un delle forme di arteterapia scelte dal paziente stesso se adolescente o dai suoi genitori, se bambino, talvolta con alcune indicazioni da parte dello psicoterapeuta.
Quali consigli si sente di dare ai genitori?
L’arteterapia aiuta a superare le difficoltà in modo piacevole, divertendo. Tranquillizza e fa sentire vivi. È indicata in tutti i bambini, non solo come complemento alle cure psicoterapeutiche dinamiche e psicoanalitiche, ma anche, come prevenzione di ansia e depressione;
L’arteterapia è particolarmente utile per bambini con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e bisogni educativi speciali (BES), poiché facilita la comunicazione e l’espressione attraverso canali non verbali. Ne favorisce il miglioramento e l’inclusione, allontanando il rischio di stigmatizzazione;
Rafforza l’autostima e la fiducia in se stessi. L’arteterapia, attraverso l’espressività creativa, permette di scoprire e valorizzare qualità, che altrimenti rimarrebbero sconosciute o inespresse;
Fa superare la paura del giudizio degli altri. L’ambiente dell’arteterapia, la presenza di un maestro e ancora più se gli stessi genitori partecipano, incoraggia a manifestare se stessi e a esprimersi liberamente. Il fare qualcosa di proprio, con e per qualcuno a cui si è legati, che si ama, aiuta a sentirsi più sicuri;
È un modo per sfogare in modo sicuro emozioni difficili. Aiuta a gestire stress, rabbia e frustrazione, riducendo così la sofferenza e le probabilità di attitudini autosvalutanti;
L’arteterapia è una buona attività integrativa in corso di psicoterapia analitica e di psicoanalisi, in bambini e in adolescenti con Bisogni Educativi Speciali che presentano sempre degli aspetti depressivi, poiché sentono e sanno di avere qualcosa di particolare che li fa sentire diversi. Difficoltà che possono essere superate con successo con un intervento specialistico, psicoanalitico, fin dalla primissima infanzia.
E agli insegnanti?
Le attività come il disegno dettagliato, la pittura o la manipolazione dell’argilla stimolano la motricità fine, aumentando la destrezza delle dita e delle mani, abilità fondamentali per scrivere, tagliare o manipolare oggetti piccoli;
Creare un’opera artistica richiede la capacità di pensare in sequenza e di pianificare i passaggi necessari per raggiungere un risultato finale. Questo aspetto è utile non solo nell’arte, ma anche in altre attività che richiedono una pianificazione mentale;
Il processo artistico richiede attenzione e autocontrollo, elementi che aiutano a sviluppare una maggiore concentrazione, soprattutto nei bambini che tendono a distrarsi facilmente o hanno difficoltà a rimanere concentrati su un compito. Sviluppa quindi la concentrazione e la pazienza;
Il lavoro in gruppo rafforza i legami, insegna a diventare un gruppo di lavoro, rende il gruppo classe più collaborativo e gestibile;
Importante indicare ai genitori l’utilità che i figli si dedichino ad un’attività artistica e all’arteterapia, sia come complemento di una psicoterapia analitica o di un’analisi, sia come attività di per sé.