L’arte di Mauro Russo affascina San Felice Circeo

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Lo scorso 19 agosto nell’elegante Sala espositiva “La Porta del Parco” di San Felice Circeo è stata inaugurata la mostra personale di Mauro Russo I LUOGHI DELL’ANIMA. Un’esposizione, questa del pittore calabrese ma romano d’adozione, con ben ventotto opere tra olii e tecniche miste. Paesaggi, composizioni e figure, tra cui anche un’omaggio a CIRCE, adornano l’antica e preziosa Sala espositiva, tra reperti romani di inestimabile valore storico. Ad aprire il Vernissage la Madrina dell’evento la cantante, autrice e presentatrice televisiva Giò Di Sarno, presente in sala anche la Bianca Maria Lucibelli Caringi, ideatrice e direttrice del GRAN GALÀ DELLE MARGHERITE di Roma, e tanti graditissimi amici giunti sul luogo per l’evento. Il tutto sotto l’occhio vigile e attento della pierre di moda Raffaella Naddeo, compagna dell’artista.
La mostra è rimasta aperta fino a ieri domenica 25 agosto.
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C’è da registrare anche l’intervento di LUCIO CALIENDO, musicista polistrumentista dell’orchestra del maestro PAOLO CONTE, che ha scritto così del pittore:
“Nell’osservare i quadri di Mauro Russo d’istinto, penso alla parola “sincronismo”.
Da musicista, la parola sincronismo, mi riporta immediatamente alla parola condivisione.
Per esempio nella musica Jazz, nel momento magico dell’improvvisazione, il sincronismo stabilisce unità tra i musicisti.
Il termine, Interplay, anch’esso presente nel lessico della musica Jazz, contiene anche il significato di sincronismo.
A sua volta, l’improvvisazione di per sé, e’ eccezionalmente definita creazione artistica estemporanea.
Così intesa l’improvvisazione e’ presente non solo nel Jazz ma anche nella musica classica.
In autori come I.Stravinskij, C.Debussy, ed esagerando anche in compositori del ‘700 come Francesco de Maio o Domenico Scarlatti, si trovano segni evidenti di improvvisazione.
Successivamente fissata poi sul foglio pentagrammato.
La variante del termine improvvisazione usato nel lessico della musica classica e variazioni su tema.
Oserei dire che, nei quadri di Mauro Russo l’improvvisazione, come attimo della creazione ed espressione dei sentimenti da parte dello spirito fissato su tela, sia la prima impressione che l’artista viva in quell’istante, e che voglia trasmettere.
Russo sembra essere un reporter che parla in diretta degli avvenimenti fenomenici della natura e dei suoi codici generativi. Soffermandosi sui soggetti della natura, della vasta produzione pittorica di Russo, l’apparenza manifesta, quasi ossessiva, dei colori della flora, abbondanza che sborda dai confini della tela stessa, timbri e dinamiche di alberi e piante arpeggianti, pare suggerire all’ascoltatore (se proprio vogliamo intendere i suoi quadri come un’ esperienza sinestetica), che dietro quella parte, coesistono, ben nascoste, quasi in sottofondo, leggi cromatiche e armoniche universali, fino a raggiungere il nero come sensazione di “ombra fresca”.
Ogni quadro e’ una staffetta, una variazione di ciò che si immagina sia stato prima, e ciò che diverrà”.
Da sinistra GIO’ DI SARNO, BIANCA MARIA LUCIBELLI CARINGI, MAURO RUSSO
Il maestro LUCIO CALIENDO

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