Sono stati circa 20.000 i tifosi laziali che ieri, a partire dalle 18.30, si sono radunati sotto la Curva Nord dell’ormai abbandonato Stadio Flaminio per dare vita ad una civile, pacifica ma decisa manifestazione contro il proprietario della Lazio Claudio Lotito. Da qualche giorno sui social il gruppo organizzato dei tifosi biancocelesti aveva lanciato l’invito a partecipare all’evento, per dimostrare tutto il proprio dissenso nei confronti dell’attuale gestione.
Dopo varie contestazioni che si sono alternate durante questi venti anni di gestione Lotito, al quale i sostenitori laziali rimproverano costantemente una palese mancanza di programmazione, ambizioni e voglia di crescere, sembrava da qualche anno che la situazione si fosse tranquillizzata, complici anche i buoni risultati della prima squadra e qualche trofeo frutto più del caso che di un progetto vero e proprio. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato tutto ciò che è accaduto da giugno dello scorso anno ad oggi. Prima una campagna di rafforzamento che non ha soddisfatto l’allora mister della Lazio Maurizio Sarri dopo il miracoloso secondo posto, quando sarebbe bastato seguire le indicazioni dell’allenatore per allestire una formazione competitiva, poi una gestione societaria discutibile sul piano dei rapporti con i tifosi, un campionato anonimo frutto di varie problematiche a cui la società non ha saputo porre un rimedio, infine le dimissioni di Igor Tudor, che una decina di giorni fa ha deciso di mettersi da parte dopo aver capito che da parte di Lotito non c’è volontà di avviare un progetto ambizioso a partire dal rinnovamento massiccio della rosa della squadra.
Tutto questo ha fatto perdere la pazienza ai tifosi della Lazio, che già non hanno mai avuto una gran simpatia nei confronti del proprio presidente. E così in circa 20.000 unità hanno deciso di dare corpo ad una manifestazione che ha fatto effetto, visto che ne hanno parlato in tanti e le immagini hanno fatto il giro dell’Italia e del mondo. Suggestivo è stato il lunghissimo corteo di tifosi che dallo Stadio Flaminio si è mosso fino a Ponte Milvio, con bandiere al vento, striscioni di forte dissenso verso Lotito, e sciarpe e maglie biancocelesti a colorare ulteriormente un normale venerdì di metà giugno. Erano 20.000, un numero considerevole considerando che si trattava di venerdì e che molta gente era ancora a lavoro. C’erano donne, bambini, anziani, ragazzi, alcuni provenienti da altre zone d’Italia per non perdersi questo appuntamento insieme agli altri tifosi. Insomma, è stata anche una sorta di festa del tifoso biancoceleste, quella di ritrovarsi unito e determinato a chiedere e pretendere una svolta societaria. Il sogno della maggior parte dei tifosi è che Lotito si decida a mettere in vendita la Lazio, per dare modo ad eventuali investitori sparsi per il mondo di avanzare un’offerta di acquisto del club. Questo perché appare evidente che con questa gestione societaria le risorse economiche sono assai limitate e non c’è più spazio per sognare, come invece avviene per altre tifoserie.
Nel frattempo la protesta è arrivata anche in altre città del mondo, a New York, Londra, Monaco, dove sono stati affissi striscioni eloquenti contro Lotito.