di Ilaria Solazzo –
Dagli autori di “Giusto o sbagliato?”, una nuova raccolta di storie vere, accompagnate da 10 parole-chiave, per scoprire che per fare del bene bisogna esercitare il proprio coraggio e la propria intelligenza. Ma soprattutto bisogna evitare il più grande degli errori: credere di non potere o di non riuscire a fare la differenza.
La giovane americana Bobbi Gibb corre di nascosto la maratona di Boston e spalanca le porte dello sport alle ragazze.
L’inventore della dinamite, all’epoca soprannominato “il mercante della morte”, istituisce un premio per chi avesse contribuito al progresso dell’umanità: il prestigioso Nobel.
Di fronte ai massacri dei campi di battaglia, un uomo d’affari di nome Henri Dunant si getta nell’impresa del secolo: creare una società di soccorso volontario che porti assistenza e cure ai feriti in guerra. È la nascita della Croce Rossa.
La mappa del mondo è costellata di uomini e donne che hanno compiuto scelte di altruismo e di solidarietà. Azioni che a lungo termine hanno reso il mondo un luogo più giusto, fatto di diritti, opportunità e speranza in un futuro migliore, per gli esseri umani e il pianeta.
Benvenuta Chiara Valentina Segré su questa testata giornalistica online. Un grande onore averti ospite. Oggi 22 settembre esce il tuo ultimo libro “TUTTO IL BENE CHE PUOI FARE-13 storie di chi ha fatto la differenza”, scritto con Marco Annoni, illustrato da Giovanni Gastaldi (Lapis). Di cosa parla questo libro?
E’ una nuova raccolta di 13 storie vere, accompagnate da 10 parole-chiave, per scoprire che per fare del bene bisogna esercitare il proprio coraggio e la propria intelligenza. Ma soprattutto bisogna evitare il più grande degli errori: credere di non potere o di non riuscire a fare la differenza. Sono storie di uomini e donne in ogni parte del mondo e in epoche diverse, dall’Ottocento ai giorni nostri. Ecco alcuni esempi: la giovane americana Bobbi Gibb corre di nascosto la maratona di Boston e spalanca le porte dello sport alle ragazze. L’inventore della dinamite, all’epoca soprannominato “il mercante della morte”, istituisce un premio per chi avesse contribuito al progresso dell’umanità: il prestigioso Nobel.Di fronte ai massacri dei campi di battagli, un uomo d’affari di nome Henri Dunant si getta nell’impresa del secolo: creare una società di soccorso volontario che porti assistenza e cure ai feriti in guerra. È la nascita della Croce Rossa. La mappa del mondo è costellata di uomini e donne che hanno compiuto scelte di altruismo e di solidarietà. Azioni che a lungo termine hanno reso il mondo un luogo più giusto, fatto di diritti, opportunità e speranza in un futuro migliore, per gli esseri umani e il pianeta. Ed era doveroso raccontarlo ai ragazzi e alle ragazze, per dare loro una speranza.
Descrivi il libro con solo tre aggettivi.
Visionario. Necessario. Ispirazionale.
Che sensazione si prova dopo aver scritto un bel libro, (come nel tuo caso)?
Un vero e proprio calderone di emozioni; soddisfazione, sensazione di toccare il cielo con un dito ma anche sollievo, perché scrivere non è solo gioia ma anche impegno e fatica.
Cosa ti ha spinto ad intraprendere oltre la carriera di biologa anche quella di scrittrice?
Ho sempre avuto una doppia anima, fin da bambina: ho sempre adorato il mondo dei libri e delle storie, ma anche la scienza. E così sono riuscita, da adulta, a sviluppare entrambe le carriere, e talvolta a unirle nei libri che scrivo, che siano di divulgazione o di narrativa, con tema scientifico.
Come hai scoperto la tua passione per la scrittura? E come l’hai coltivata negli anni?
Fin da bambina, ancora prima di imparare a leggere e scrivere, amavo inventare storie e raccontarle agli amichetti. Da ragazzina scrivevo diari e avevo moltissimi amici di penna (con lettere e francobollo, internet e le mail sono arrivate che avevo già 16 anni). Durante gli anni dell’università, mentre studiavo biologia, cominciai a scrivere storie per bambini come passatempo e modo di rilassarmi dopo le fatiche universitarie… e molte di quelle storie sono poi diventati miei libri.
Hai delle abitudini particolari durante la scrittura?
Non particolarmente, anche perché con un lavoro a tempo pieno e tre figli piccoli, il tempo per scrivere è sempre molto poco. Scrivo nei ritagli di tempo, ovunque mi trovo, e utilizzando quello ho sottomano, che sia il PC, lo smartphone o un classico blocco per appunti e una penna.
Come trovi l’ispirazione adatta per continuare quotidianamente a scrivere senza mai perdere l’entusiasmo degli esordi?
Per me scrivere è un vero bisogno primario, come mangiare e dormire. Se non lo faccio sto male, e questa è una grande spinta per non smettere mai. Non vuol dire che sia sempre facile, anzi, ma non riesco a immaginare la mia vita senza la scrittura, anche se devo incastrarla tra i mille impegni di lavoro e di famiglia.
Se tu potessi fare un regalo all’umanità per cosa opteresti?
Un po’ più di spirito critico e capacità di ragionare con metodo scientifico
Quale sogno è tutt’ora nel tuo ‘famoso’ cassetto?
Confesso che mi piacerebbe molto scrivere un best seller per ragazzi e ragazze, che possa arrivare davvero nelle case di tantissimi lettori.