Omeopatia: Sì, ha una grande rilevanza scientifica!

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di Alessandro Cerreoni –

Nell’ambito della medicina integrata e complementare, un posto di rilievo appartiene all’omeopatia, applicata da tanti anni con apprezzabili risultati. Ne parliamo con il dottor Antonio Gorini (*), un medico che ha scelto la mission professionale di mettere al centro la persona nella sua complessità e trovare la cura che sia personalizzata e volta a ristabilire uno stato di salute prolungato.

Che cos’è l’omeopatia?
“Da giovane studente di medicina chiesi ai miei genitori medici cosa fosse l’omeopatia. La risposta che ottenni, in parte anche corretta, non mi convinse molto e la lasciai decantare per molti anni. Ripresi questa domanda/risposta dall’archivio della memoria nel momento in cui seguii un corso universitario di biofisica medica. Da lì nacque l’interesse di capire. Non mi è mai stato sufficiente il ‘pensiero comune’. Dovevo studiare, provare e farmi una personale esperienza. Come la maggior parte delle persone non distinguevo l’omeopatia dalle varie forme di medicina naturale. Era tutto messo in un unico calderone. Chi ignora ha più facilità a generalizzare e accantonare gli aspetti che non conosce. Studiando ho capito che l’omeopatia, alla pari di altre discipline mediche tradizionali, ha un suo razionale metodo di diagnosi e cura basato sull’esperienza pratica, osservando infiniti casi di pazienti e volontari sani, che sin dall’800 hanno contribuito allo sviluppo di tomi e tomi di disturbi e di rimedi naturali, che possono curare questi disturbi. Per farla breve, l’omeopatia studia il singolo individuo per i sintomi che presenta e propone vari rimedi naturali per aiutare l’individuo a guarire”.
In breve, qual è il suo meccanismo d’azione?
“Non voglio usare le classiche nomenclatura dei principi base, ma semplificherei dicendo che il meccanismo d’azione è quella della fitoterapia con la particolarità che in omeopatia si possono usare molti più rimedi grazie al fatto che le concentrazioni farmacologiche variano dal milligrammo al fentogrammo e oltre. Questa variabilità nella concentrazione permette di ottenere effetti diversi. Questo principio è noto come ormesi, cioè la variabilità di risposta biologica a seconda della dose. Concetto molto studiato e ripreso negli anni 2000 da diversi autori”.
Una delle tante critiche rivolte all’omeopatia è che è considerata al pari di acqua zuccherata. Invece cosa c’è all’interno di un prodotto omeopatico? In un certo senso il principio attivo è diluito e dinamizzato, giusto? Che vuol dire?
“Un professore universitario toscano, che tanto tempo ha dedicato alla ricerca in omeopatia in un’intervista disse: ‘il peggior nemico dell’omeopatia sono gli omeopati!’. Mi trovo in accordo con lui. Purtroppo, ancora oggi, vi sono molti medici che parlano di omeopatia rimanendo legati in maniera talebana al linguaggio ottocentesco del fondatore della medicina omeopatica. Questo linguaggio ‘antico’ e la mancanza di volontà di provare a spiegare in chiave moderna i concetti di questo approccio medico rendono facile la critica da parte del mondo scientifico moderno occidentale. Nonostante tutto, l’unico appiglio di critica si fa proprio sul fatto che secondo alcuni nel rimedio omeopatico (spesso sotto forma di granulo di zucchero) non vi sia molecola alcuna. Questo nella maggior parte dei casi non è vero, poiché nella pratica medica la maggior parte dei prodotti utilizzati hanno dosi misurabili di molecole terapeutiche naturali. L’osservatore e lo strumento che esso usa per “vedere” modifica la realtà. Se sono miope vedrò bene e descriverò con attenzione tutto ciò che è piccolo e vicino a me, ma se metto degli occhiali scoprirò che esiste un mondo a distanza e con grandezze diverse. La tecnologia di oggi permette sempre più di ‘vedere’ anche grandezze subatomiche e nuove unità di misura stanno emergendo. In questo il ruolo della biofisica è sempre più rilevante. Grazie ad essa riusciamo a misurare la presenza di molecole (o la loro traccia biofisica) anche quando gli strumenti di rilevamento ‘chimici’ non ne hanno la sensibilità. Chiaramente per fare ciò è necessario investire in ricerca complessa e costosa, pertanto, senza contributi pubblici non è molto facile progredire velocemente. Per finire di rispondere alla domanda diciamo che nel prodotto omeopatico sono presenti rimedi di origine vegetale, animale e minerale. Il rimedio per essere somministrato può essere messo in gocce idroalcoliche, in granuli o globuli di zucchero, compresse, supposte, spray, creme, ecc. Diluizione sta per concentrazione del prodotto e dinamizzazione è un concetto innovativo per l’800, ma oggi compreso meglio grazie alla biofisica come quel meccanismo che potenzia l’azione del rimedio grazie all’energia cinetica. Chiaramente la mia spiegazione scandalizzerà i talebani dell’omeopatia, ma credo che sia indispensabile rinnovare il linguaggio, rendendolo fruibile all’uomo del terzo millennio, senza mancare di rispetto alle origini”.
Perché nella stragrande maggioranza delle confezioni è riportata la dicitura “senza indicazioni terapeutiche approvate”?
“La normativa italiana prevede ciò perché il processo di registrazione per indicazioni specifiche è proprio dei farmaci chimici, le cui aziende produttrici investono milioni di euro per gli studi di registrazione. Le industrie di rimedi omeopatici mai avrebbero i fondi per questi studi. Inoltre, la medicina omeopatica è fortemente personalizzata e quindi sfugge alla logica degli studi con grandi gruppi omogenei di pazienti. In ogni caso sono considerati ‘medicinali’ e la diagnosi e terapia deve essere fatta esclusivamente da medici”.
In quali ambiti può essere applicata?
“L’omeopatia può essere applicata in ogni ambito di cura. Nel momento in cui una persona lamenta un disturbo, l’individuo con le ‘sue’ peculiarità biologiche e il ‘suo’ specifico malessere verranno presi in considerazione per la diagnosi e terapia. Può essere un malessere emozionale, psicologico, funzionale, traumatico, ecc. In ogni caso la medicina omeopatica può essere di aiuto”.
Esistono centri ospedalieri o clinici dove l’omeopatia è utilizzata?
“L’Italia è molto a macchia di leopardo in quanto ad organizzazione sanitaria. In Toscana la Regione paga le visite delle principali medicine complementari tra cui l’omeopatia. Sempre in Toscana a Pitigliano (Grosseto) vi è il primo ospedale di Medicina Integrata d’Europa. Molti ospedali in Italia hanno al loro interno ambulatori di omeopatia a pagamento”.
Perché c’è tanto ostracismo nei confronti dell’omeopatia?
“A mio avviso poiché più del 15% della popolazione in Italia utilizza questo tipo di medicina e ciò disturba chi fa business nel mondo della salute. Tra le medicine tradizionali è quella più diffusa e più attaccabile per i motivi che abbiamo detto sopra. Nel 2008 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute) nella Dichiarazione di Pechino sulla Medicina Tradizionale raccomanda i governi di utilizzare queste medicine nell’interesse della salute dei popoli. La risoluzione del Parlamento Europeo n. 75/97 e il Consiglio d’Europa (risoluzione n. 1206/99) hanno chiesto di assicurare libera scelta di cura invitando i Paesi ad inserire nel Servizio Sanitario Nazionale a pieno titolo le medicine tradizionali. Nei prossimi anni è prevista una forte crescita di tutto il comparto della Medicina Naturale e ciò ha visto riattivare grandi sforzi di attacco a queste medicine al grido unico ‘è solo zucchero!’. Strategia fallimentare di fronte ai grandi successi terapeutici che la medicina omeopatica ottiene in tutto il mondo nel corso di due secoli”.
Come si potrebbe “convincere” uno scettico sull’utilità dell’omeopatia?
“Non credo serva convincere nessuno. Ho visto personaggi, che in pubblico denigravano la medicina omeopatica, correre a comprare i rimedi nel momento in cui ne avevano bisogno”.
Cos’è che spinge un medico a sposare l’omeopatia?
“La Medicina è UNA. Avere più armi diagnostiche e terapeutiche arricchisce enormemente il medico, che sa utilizzarle correttamente, nel momento e nel paziente giusto in integrazione con tutte le possibili terapie esistenti. In questo caso non vi è monogamia. Parliamo di medicina integrata proprio per far capire che l’obiettivo è la salute a 360 gradi delle Persone e gli strumenti possono essere molteplici e usati insieme in modo sinergico”.
Quanto c’è di rilevanza scientifica nell’omeopatia?
“La rilevanza scientifica è molto grande. Da un’osservazione pratica (1800) si è arrivati a grandi progressi nella conoscenza dei rimedi naturali e di come l’uomo possa attivare i meccanismi di guarigione. Col passare del tempo si sono compresi sempre più i meccanismi d’azione grazie alla biologia molecolare ed alla biofisica, si sono scoperti meccanismi ‘dose/risposta’ (ormesi) in numerosi campi, la possibilità di utilizzare molecole a dosi “fisiologiche” per guidare la riparazione del danno. Se vi fossero fondi di ricerca pubblici potremmo ancor meglio conoscere come funzioniamo e come curarci. Allo stato attuale sui motori di ricerca medici esistono migliaia di studi sulle medicine omeopatiche. Per gli amanti della ‘medicina basata sulle evidenze – EBM’ ricordo che, oltre alle pubblicazioni scientifiche, ne fanno parte l’efficacia clinica, l’esperienza del medico e del paziente. Pertanto, tutte le Medicine Tradizionali hanno un alto grado di EBM. A chiosa di questa intervista ricordiamoci cosa disse una Grande Anima:
‘L’Omeopatia è l’ultimo e sofisticato metodo di cura dei pazienti, economico e non violento. Il governo deve incoraggiarlo e favorirne la diffusione nel nostro Paese. Inoltre, il dottor Hahnemann era un uomo intellettualmente superiore e conosceva il significato della salvezza della vita umana, essendo un medico dalla forza unica. Io mi inchino davanti alla sua capacità e davanti al grandioso lavoro umanitario che ha svolto. La sua memoria ci anima ancora una volta a seguirlo, ma gli oppositori odiano l’esistenza dei principi e della pratica dell’Omeopatia, che in realtà cura una maggiore percentuale di casi rispetto ad altri metodi di trattamento, e al di là di ogni dubbio è la più sicura, la più economica e la più completa scienza medica. Mahatma Gandhi (1869 – 1948)”

(*) Il dottor Antonio Gorini è esperto di Nefrologia, Oncologia Integrata, Medicina Funzionale di Regolazione, Low Dose Medicine, Medicina Integrata, Fitoterapia, Omeopatia e Omotossicologia, Microimmunoterapia, Ossigeno Ozono Terapia, Statistica della Ricerca e Pratica Clinica, Agopuntura. E’ docente presso l’International Academy of Physiological Regulating Medicine

Via Archimede, 138 – Roma
www.biofisimed.eu
Tel 0664790556 (anche whatsapp)
antonio.gorini@biofisimed.eu
https://www.miodottore.it/antonio-gorini/internista-nefrologo-omeopata/roma

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