Da Congo e Kenya a Nepal e Cambogia: la mappa dell’infanzia malnutrita

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In Kenya, milioni di persone soffrono gli effetti della peggiore siccità attraversata dal Paese negli ultimi 40 anni, a causa della quale sono andati perduti più di 2,5 milioni di capi di bestiame.

Allarme infanzia: la mappa del disagio estremo dei bambini. Molti bambini in Kenya per sopravvivere dipendono dal cibo che ricevono nei centri educativi. Ligia Giron è una missionaria di origine ecuadoriana. Appartiene alla congregazione delle Suore Missionarie Sociali della Chiesa (HMSI). Vive in Turkana, nella regione più povera del Kenya da tre anni. E da 11 si trova nella martoriata nazione africana. Molti Turkana sono emigrati nelle fertili zone dell’Etiopia meridionale e del Sud Sudan. “Ciò provoca conflitti tra le tribù perché ciascuna difende la sopravvivenza dei propri animali- racconta- Inoltre molti rubano capre e cammelli. E tornano in Turkana per venderli”.

Sos infanzia

“Gli studenti delle scuole primarie pubbliche vengono nelle nostre scuole dell’infanzia per mangiare. Perché noi non chiudiamo. Abbiamo interrotto per due mesi le lezioni, ma non la distribuzione del cibo– riferisce la suora all’agenzia missionaria vaticana Fides-. Attualmente vengono da noi un numero incalcolabile di bambini tra i 2 e i 7 anni“. La situazione non è diversa per la parte della popolazione che si dedicava alla pesca. Non c’è abbastanza per sopravvivere, il livello dell’acqua del lago Turkana è sceso di 1,5 metri, i pozzi si sono prosciugati. “Gli abitanti raggiungono tutti gli unici pozzi che hanno ancora acqua per rifornirsi per la casa, e questo genera conflitti tra di loro”, precisa la religiosa.

Vulnerabili

“Stanno morendo molti anziani, la fascia della popolazione più vulnerabile. Mentre la malnutrizione dei bambini sta peggiorando di giorno in giorno. Perché non hanno più neanche il latte che prima era fornito dalle capre”, afferma suor Ligia Giron. La missionaria della Congregazione delle Hermanas Misioneras Sociales de la Iglesia coordina 12 scuole dell’infanzia. Nella regione settentrionale del Kenya abitata dai Turkana, tribù di pastori nomadi. A causa della siccità che si protrae da due anni, i Turkana hanno perso quasi tutto il bestiame, loro prima fonte di sostentamento. Certe famiglie sembrano accettare con minor pena “che muoia un figlio piuttosto che una capra, che dà loro cibo”, spiega suor Ligia. Nei bambini sotto i 5 anni il tasso di malnutrizione è aumentato del 40%. Ad aggravare la situazione ha contribuito la chiusura per due mesi delle scuole da parte del governo keniota.

Aspettativa di vita

I Turkana praticano usanze ancestrali. L’asprezza del territorio in cui risiedono, semidesertico, rende proibitivo per loro l’accesso al cibo, all’istruzione, all’assistenza sanitaria O a stabili occupazioni lavorative. La regione del Turkana ha un’estensione di 68.680 chilometri quadrati. E la sua popolazione raggiunge il milione di persone. Attualmente, l’aspettativa di vita per le donne è di 42 anni. Tra loro è ancora praticata la poligamia. All’inizio della pubertà, le ragazze sono promesse in sposa a maschi adulti e cedute come manodopera. La Congregazione delle HMSI, fondata nel 1965 in Ecuador dal missionario spagnolo Julian Lorente, opera per favorire l’annuncio del Vangelo- La promozione umana. E  il sostegno sociale per i più poveri.

Allarme Unicef

In Kenya, milioni di persone soffrono gli effetti della peggiore siccità attraversata dal Paese negli ultimi 40 anni. A causa della quale sono andati perduti più di 2,5 milioni di capi di bestiame. Cinque stagioni consecutive senza pioggia hanno provocato una drammatica crisi alimentare per la popolazione di tutto il Corno d’Africa. Secondo i dati forniti dal Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), oltre 20 milioni di bambini rischiano fame, sete e malattie gravi. Per effetto della siccità che colpisce Somalia, Kenya ed Etiopia meridionale. La più grave registrata in più di due generazioni.

Sos infanzia in Cambogia

La mappa della malnutrizione infantile include numerosi paesi dell’Africa e dell’Asia. In Cambogia, dove la ong italiana Helpcode è presente dal 2006, l’organizzazione ha attivato dei programmi di sostegno allo studio e igienico-sanitari in 32 scuole. Per un totale di 6 mila minori raggiunti. Interventi che puntano a combattere gli effetti delle crisi globali, come quella dei cambiamenti climatici. Spesso per andare a scuola gli studenti vengono a piedi e attraversano anche fiumi e corsi d’acqua, per questo, tra le attività di Helpcode, sono presenti corsi di nuoto a bambini anche molto piccoli. Nel Paese il 19% dei minori, complici anche la distanza da scuola e la pandemia, si trovano costretti ad abbandonare la scuola. Ecco perché è nato il progetto “Pink Bicycle” per garantire alle bambine e ragazze di proseguire i propri studi. Nell’ultimo anno sono state distribuite 600 biciclette. E nel prossimo anno il progetto abbraccerà tutti i bambini. Senza distinzione di genere.

Nepal

In Nepal, dove l’organizzazione umanitaria è presente dal 2003, persiste una situazione di grave disuguaglianza. Il 32,8% delle ragazze tra i 20 e 24 anni è stata data in sposa prima dei 18 anni. E il 21,7% dei bambini tra i 5 e i 17 anni è costretto a lavorare. Solo il 50% delle scuole è dotato di servizi igienici adeguati. E l’accesso alla scuola rimane gravemente diseguale tra zone urbane e rurali. Per questo nel paese l’Organizzazione ha provveduto, tra le tante cose, alla distribuzione di uniformi scolastiche a 1342 bambini (14 scuole rurali e 5 scuole urbane), materiali didattici. E alla creazione di un fondo di emergenza per i più bisognosi e alla promozione di attività di sensibilizzazione dei genitori e sostegno degli insegnanti delle scuole primarie di Chepang, a Makawanpur.

Congo

Nella Repubblica Democratica del Congo, dove Helpcode opera dal 2016, ci sono ancora migliaia di bambini-soldato. E più di 7,5 milioni di bambini tra i 5 e i 17 anni non frequentano la scuola. Nel 2022 sono stati distribuiti kit scolastici, uniformi, pasti caldi (per una media di 35 bambini al giorno), organizzate attività di doposcuola a circa 6000 bambini per prevenire l’abbandono scolastico. Formazione di 100 stagisti nei temi della protezione, educazione e accoglienza e predisposto corsi sportivi e attività ricreative a 35 bambini. A cui vengono consegnati anche kit igienici (nello specifico alle bambine).

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